M’È DA DI CCHE
VU’!
(Mi
devi dire cosa vuoi!) È una frase che si
dice quasi sempre con tono risentito a chi ci importuna. M’ è la forma apocopata di me
= mi. Le particelle pronominali mi, ti, ci, si, vi in aretino si trasformano in
mé, té, cé, sé, vé. È = seconda persona singolare
dell’indicativo presente del verbo avere = hai. Di è la forma breve dell’infinito del verbo dire. [C]che = quando l’infinito è breve la r della desinenza si assimila alla
consonante che immediatamente segue rc >cc.
Vu’ è la forma apocopata della seconda persona singolare del presente
indicativo del verbo volere = vuoi (per approfondimenti puoi consulare I verbi nell’uso aretino dello stesso
autore). Pron. m’è da di kké vu’.
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