MA ME DÍCHI ‘NDÚ VE, SI GNA VI DDA
LU’?
(Ma
mi dici dove vai se bisogna andare da lui?).
È una frase, quasi
uno scioglilingua, espressa nell’aretino tipico del secondo dopoguerra. Me = le particelle pronominali mi, ti,
ci, si, vi, in aretino sono sostituite da mé,
té, cé, sé, vé, fenomeno questo ancora oggi persistente. Dìchi è la seconda persona singolare del
presente indicativo del verbo dire. Oggi la voce dialettale tende ad essere
sostituita da quella italiana dici (per
approfondimenti puoi consultare I verbi
nell’uso aretino dello stesso autore). ’Ndù
è la forma aferetica di in dóve, trasformato in du forse per influenza della pronuncia u
dell’avverbio francese ou = dove. I Francesi infatti hanno stazionato
nell’aretino dal 1796 sino al 1815 ed hanno lasciato nel nostro dialetto
numerose parole. La congiunzione condizionale se in aretino si pronuncia
sempre si, e nella successione se-si,
si ha sempre l’inversione si- se. Gna è
la forma aferetica della terza persona del presente indicativo bisogna. Vì= infinito breve di vìr. [D]da
= quando l’infinito è breve la r della
desinenza si assimila alla consonante
che immediatamente segue, rd > dd.
Lu’
è la forma apocopata di lùi. Lo stesso avviene con léi = lé. Pron.
ma mé diki ndù vè, si gna vi dda lu?
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