NUTRICHÈ LL’ANNEMÈLI o LE BÉSCHIE
(Dar da mangiare agli
animali, soprattutto alle mucche o ai buoi). Era una frase tipica del mondo
contadino del secondo dopoguerra, quando ancora il lavoro agricolo era svolto
con la forza delle braccia o con l’aiuto dei buoi. Nutrichè è la forma apocopata dell’infinito nutrichère = nutrire. Nel passato la desinenza dell’in- finito dei
verbi della I° coniugazione era ère
invece di are. [L]l’ = quando
l’infinito è breve la r della
desinenza si assimila alla con- sonante che immediatamente segue rl > ll. L’ = gli. In aretino alcuni articoli sono diversi da quelli
italiani, il = el, lo = lo, la = la, gli = i o l’ se la parola inizia per vocale. Annemèli = animali. Nel gergo dei
contadini con la parola annemèli o béschie si intendevano quasi sempre
quelli che erano nella stalla, quindi buoi o mucche. La è si spiega con il fatto che nell’aretino del passato la a tonica
passava sempre ad e aperta. Béschie =
bestie. Il gruppo tie ha suono tra t e c
con prevalenza di c e pronuncia
occlusiva postpalatale sorda: bestie > béschie.
Pron. nutrikè ll’annémèli o lé bésčé. [Nella scrittura con simboli la i non viene trascritta perché compresa nel suono č].
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