venerdì 7 ottobre 2016

è fatto com' i pifferi de montagna

È FÀTTO CÓM’I PÌFFERI DE MONTÀGNA C’ANDÒNNO PER SONÈRE E FÙNNO SONÈTI


(Hai fatto come i pifferi di montagna, che andarono per suonare e furono suonati). È un proverbio in aretino stretto. Si dice con tono canzonatorio o di rimprovero a chi intendeva darle e le ha invece prese. La storia dei pifferi di montagna nasce in un paesino non precisato delle Alpi dove abitavano tre fratelli che avevano lo sfizio di suonare il piffero. Ognuno di loro sapeva suonare solo due note, ma essi erano convinti di essere dei grandi suonatori. Un giorno decisero di andare nel paesello vicino per allietare con la loro musica quella popolazione. Quando iniziarono a suonare lo stridore che producevano era indicibile e il fastidio per i poveri abitanti insopportabile, tanto che tutti si rivoltarono loro contro e li riempirono di botte. Così tornarono alla loro casa sconsolati e malconci: erano andati per suonare e furono suonati! È = è la seconda persona singolare dell’indicativo presente del verbo avere = hai. La sostituzione della desinenza italiana ai con è è tipica delle seconde persone dell’indicativo presente di tutti i verbi aretini (per approfondimenti puoi consultare I verbi nell’uso aretino dello stesso autore). C’ = forma apocopata di che. Andònno è la terza persona plurale del passato remoto del verbo ìre = andaro- no. Sonère: la desinenza ère invece dell’italiano are era tipica dei verbi della prima coniugazione dell’aretino del secondo dopoguerra. Fùnno è la terza persona plurale del passato remoto del verbo essere = furono. Sonèti è il participio passato del verbo sonàre. Per le parole derivanti dal latino l’aretino è più conservativo dell’italiano: mantiene infatti la o tonica originaria che assume suono chiuso: latino sonare > italiano suonare > aretino sonàre. Come nel caso della desinenza dell’infinito, la a tonica italiana nell’aretino del secondo dopoguerra passava ad è. Anche questo fenomeno è caduto in disuso. Pron. è fattó kóm’i pifféri dé móntagna k’andónnó pér sónèré é funnó sónèti.

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