FASCÍSTI DE LE
POGGIÓLA E D’ANTRÍA, C’ÈNO ‘’MPATAC-
CHIÈT’EL GAGLIARDÈLLO, RINCURRÍTELI, MONTÈTE SUL CAMIÒNNE E QUÁNDE VE DÍCO
FÓCO, FOCHÈTE
(Fascisti delle
Poggiola e di Antria, ci hanno sporcato il gagliardetto, rincorreteli,
montare sul camion, e quando vi dico fuoco, sparate!) È un aneddoto espresso
nell’aretino più stretto, che si racconta sulla lotta tra partigiani e
nazifascisti. De le = delle: in
aretino le preposizioni articolate sono sempre pronunciate disgiunte e
degeminate. C’èno = ci hanno: èno era la terza persona plurale del
presente indicativo dell’aretino di un tempo in cui la a tonica passava ad è
aperta. Oggi in fenomeno è scomparso. Una sola n si spiega con il fenomeno della degeminazione in uso ancora
nell’aretino di oggi. ’Mpatacchièt’=
è la forma aferetica e apocopata di impatacchièto,
cioè sporcato. Il gruppo cchie in
aretino ha pronuncia occlusiva postpalatale sorda. El tipico articolo aretino per il. Gagliardèllo è la versione aretina dell’italiano gagliardetto. Rincurrìteli = è l’imperativo del verbo rincurrìre con suffisso il pronome li = loro. La caratteristica di questo
verbo è che, rispetto alla forma italiana che è sdrucciola, è invece piana e
passa dalla II° alla III° coniugazione rincórrere > rincurrìre. La variazione delle vocali i, o ,e, e, > i, u, i, e si spiega con l’armonia
vocalica, tipica del dialetto aretino. Montète
= imperativo del verbo montàre =
montate. Anche qui, come nel successivo fochète, si ha il passaggio della a tonica ad è. Camiònne = camion.
L’aggiunta della sillaba paragogica ne è
dovuta al fatto che l’aretino è un dialetto che non ammette parole che
terminano per consonante. Quando entrano nell’aretino parole straniere che
terminano per consonante, la consonante o le consonanti finali vengono tolte
(nailon > nailo),
oppure si raddoppia la consonante finale e si aggiunge di solito una e, bar > bàrre. Quànde = quando.
In alcune forme avverbiali che in italiano terminano con la vocale o, l’aretino
sostituisce la o con la e: quanto
> quànte, quando > quànde. Ve = vi. Le particelle
pronominali in aretino sono mé, té, cé, sé,
vé invece di mi, ti, ci, si, vi. Fóco = fuoco. In molti casi l’aretino,
per le parole derivanti dal latino, è più con- servativo dell’italiano. Mentre
in italiano la o tonica di focus ha come esito il dittongo, uo, l’aretino
invece mantiene la o originaria che
assume suono chiuso: latino focus
> italiano fuoco > aretino fóco.
Pron. fascisti dé lé Póggióla é d’Antria, ȼ’ènó ’mpataččèt’él gagliardèlló,
rinkurritéli, montèté sul kamiònné é kuandé vé dikó fókó, fókèté! [Nella
scrittura con simboli la i non viene
trascritta perché compresa nel suono č].
Nessun commento:
Posta un commento