giovedì 6 ottobre 2016

fascisti de le poggiola e d'antria

FASCÍSTI DE LE POGGIÓLA E D’ANTRÍA, C’ÈNO ‘’MPATAC- CHIÈT’EL GAGLIARDÈLLO, RINCURRÍTELI, MONTÈTE SUL CAMIÒNNE E QUÁNDE VE DÍCO FÓCO, FOCHÈTE


(Fascisti delle Poggiola e di Antria, ci hanno sporcato il gagliardetto, rincorreteli, montare sul camion, e quando vi dico fuoco, sparate!) È un aneddoto espresso nell’aretino più stretto, che si racconta sulla lotta tra partigiani e nazifascisti. De le = delle: in aretino le preposizioni articolate sono sempre pronunciate disgiunte e degeminate. C’èno = ci hanno: èno era la terza persona plurale del presente indicativo dell’aretino di un tempo in cui la a tonica  passava ad è aperta. Oggi in fenomeno è scomparso. Una sola n si spiega con il fenomeno della degeminazione in uso ancora nell’aretino di oggi. ’Mpatacchièt’= è la forma aferetica e apocopata di impatacchièto, cioè sporcato. Il gruppo cchie in aretino ha pronuncia occlusiva postpalatale sorda. El tipico articolo aretino per il. Gagliardèllo è la versione aretina dell’italiano gagliardetto. Rincurrìteli = è l’imperativo del verbo rincurrìre con suffisso il pronome li = loro. La caratteristica di questo verbo è che, rispetto alla forma italiana che è sdrucciola, è invece piana e passa dalla II° alla III° coniugazione rincórrere > rincurrìre. La variazione delle vocali i, o ,e, e, > i, u, i, e si spiega con l’armonia vocalica, tipica del dialetto aretino. Montète = imperativo del verbo montàre  =  montate. Anche qui, come nel successivo fochète, si ha il passaggio della a tonica ad è. Camiònne = camion. L’aggiunta della sillaba paragogica ne è dovuta al fatto che l’aretino è un dialetto che non ammette parole che terminano per consonante. Quando entrano nell’aretino parole straniere che terminano per consonante, la consonante o le consonanti finali vengono tolte (nailon  >  nailo), oppure si raddoppia la consonante finale e si aggiunge di solito una e, bar > bàrre. Quànde = quando. In alcune forme avverbiali che in italiano terminano con la vocale o, l’aretino sostituisce la o con la e: quanto > quànte, quando > quànde. Ve = vi. Le particelle pronominali in aretino sono mé, té, cé, sé, vé  invece di mi, ti, ci, si, vi. Fóco = fuoco. In molti casi l’aretino, per le parole derivanti dal latino, è più con- servativo dell’italiano. Mentre in italiano la o tonica di focus ha come esito il dittongo, uo, l’aretino invece mantiene la o originaria che assume suono chiuso: latino focus > italiano fuoco > aretino fóco. Pron. fascisti dé lé Póggióla é d’Antria, ȼ’ènó ’mpataččèt’él gagliardèlló, rinkurritéli, montèté sul kamiònné é kuandé vé dikó fókó, fókèté! [Nella scrittura con simboli la i non viene trascritta perché compresa nel suono č].

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