ASETTÈ LLA
TÁVELA
(Apparecchiare
la tavola). È quello che diceva il contadino alle sue donne quando si
approssimava mezzogiorno: ‟oh dònne, è
l’óra d’asettè lla tàvela”. Un tempo
la giornata tipica del contadino era scandita dal sorgere e dal tramontare
del sole e dal suono della campane. La diséna,
cioè il pranzo, si faceva sempre quando
suonavano le campane di mezzogiorno. Asettè = apparecchiare. È
l’infinito breve del verbo asettère
che in aretino significa anche cucire con l’ago. La desinenza ère è dovuta al fatto che nell’aretino stretto
la a tonica passava ad è aperta. Es: pane > pène. [L]la = quando il verbo ha
l’infinito breve la r della desinenza si assimila alla
consonante che immediatamente segue rl > ll.
Tàvela = tavola. In molte parole aretine la o postonica passa ad é
chiusa. Es: favola > fàvela. Pron.
aséttè lla tavéla.
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