BUTTÀCCESE CÓM’EL
GÀTTO A’ BUDÈLLI
(Buttarcisi
come fa il gatto con le budella), cioè essere attratti irresistibilmente
da qualcosa o qualcuno). Si usa sempre in senso metaforico. Nel mondo contadino
del passato il gatto non era ancora un animale da affezione, si teneva perché
era utile nella caccia ai topi che non erano rari nelle case coloniche. Il suo
cibo non erano i croccantini come oggi, ma solo roba di scarto tra cui anche le
budella. La fame dell’animale era sempre grande per cui, quando capitava
un’occasione simile, il gatto vi si gettava a capofitto. Buttàccese = buttarcisi. La parola è formata da tre parti: buttar,
ce, se. Buttàr = infinito breve di buttàre. Quando l’infinito è breve la r della desinenza si assimila alla
consonante che immediatamente segue rc > cc. Ce = avverbio di
luogo aretino per ci. Se = si. In
aretino le particelle pronominali sono mé,
té, cé, sé, vé. El = tipico
articolo aretino per il. Budèlli = in
aretino esiste solo la forma maschile. Pron. buttaccésé kóm’él gattó a’
budèlli.
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