DÌ LLE DIVOZZIÓNI o L’IMMARÌA
(Dire le
preghiere o l’Ave Maria). È una frase espressa in aretino stretto.
Nell’immediato secondo dopoguerra la chiesa esercitava ancora un forte potere
sul mondo contadino, tanto che la domenica si doveva andare a messa, la sera
si recitava il rosario, si passavano in veglia le notti prima della festività
importanti e in occasione dei raccolti i frati da cerca venivano a chiedere le
decime che non erano più obbligatorie, ma si davano ugualmente. In questo
mondo ancora fortemente permeato dalla religione non si poteva fare a meno,
prima di coricarsi di di lle divozzióni, cioè recitare le preghiere. Dì = infinito breve di dìr. [L]le
= quando l’infinito è breve la r della
desinenza si assimila alla consonante che immediatamente segue rl > ll. Divozzióni
= preghiere. Il gruppo zio in aretino si pronuncia sempre con la z geminata. La
i si spiega con il fatto che in
aretino spesso la e protonica italiana passa ad i. Es: cerino > cirìno. Immarìa = è una inspiegabile concrezione di ave Maria. Pron. di
llè divózzióni o l’immaria.
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