venerdì 7 ottobre 2016

fa ccom' i matti da gello

FÁ CCÓM’I MÀTTI DA GÉLLO


(Fare come i matti da Gello), cioè essere completamente pazzi. Il modo di dire trae origine da un racconto di A. Bandini (1923) che si può riassumere così: i sette matti da Gello, tornando una sera da Banzana, videro in un trogolo l’immagine riflessa della luna e pensarono di rubarla ai banzanesi. Così, dopo aver coperto il trogolo, se lo caricarono sulle spalle, ma giunti al Fosso dei mulini, scoperchiato il trogolo, si accorsero che la luna era sparita e pensarono che qualcuno gliela avesse rubata. In quel momento passava di lì un povero mugnaio che tornava a casa e che fu ritenuto l’autore del furto e bastonato di santa ragione. Il mugnaio insisteva nel dire che lui non era stato, che non c’entrava niente con il furto, poi capì con chi aveva a che fare e disse loro che avrebbero potuto recuperare la luna se lo avessero seguito fino in cima al monte. Arrivati sulla cima e scoperchiato il trogolo, la luna si specchiò di nuovo sull’acqua del trogolo, così il mugnaio fu lasciato andare e potè tornate alla sua casa. = infinito breve di fàr. [C]cóme = quando l’infinito è breve la r della desinenza si assimila alla consonante che immediatamente segue rc > cc. Pron. fa kkóm’i matti da Jélló.

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