FÁ CCÓME
SANTALÒ, PRÍMA MURÍ, ’PÚ S’AMALÒ
(Fare come S.
Alò, prima morì e poi si ammalò). La frase si cita ogni volta che viene
sovvertito l’ordine naturale delle cose. Fà
= infinito breve di fàr. [C]cóme = quando l’infinito è breve la r della desinenza si assimila alla consonante
che immediatamente segue rc > cc. Santalò
= Sant Alò. Nome immaginario formato da Sant e Alò. Alò, francesismo nato come verbo = andiamo, è la parola più conosciuta e più usata in
tutto il territorio aretino. Oggi si usa come esortazione, spesso raddoppiato (alò, alò démoce da fàre = su, su diamoci da fare) o come modo per intercalare il
discorso (m’èn chièmo, che duvivo fère,
alò, ce sò ìto = mi hanno chiamato, che dovevo fare, via, ci sono andato). Murì = passato remoto del verbo murìre = morì. La u si spiega con il fatto che la o protonica italiana in aretino
spesso passa ad u. Italiano ortica,
olivo > aretino urtìca, ulìvo. ’Pù = forma aferetica di eppù = e poi. S’amalò = si ammalò. La mancanza di una m è dovuta al fenomeno delle degeminazione. Pron. fa kkómé santalò,
prima murì, pù s’amalò. Alò. Alò, démóȼé da fèré, m’èn čèmó, ké duvivó fèré,
alò, ȼé sò itó. [Nella scrittura con simboli la i non viene trascritta perché compresa nel suono č].
Sant'Alò è sinonimo di Sant'Eligio.
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