FÁ CCÓME L’ÓCI,
CHE MÀNGEN’E CÀCHENO
(Fare come i
paperi che mangiano e defecano). È uno dei tanti modi di dire, probabilmemte
elaborati dal mondo contadino, in cui si fa riferimento agli animali. Si dice
con tono ironico o di rimprovero a chi non ha limiti nel mangiare. Fà = infinito breve di fàr. [C]cóme
= quando l’infinito è breve la r della
desinenza si assimila alla consonante che immediatamente segue rc > cc. L’
= tipico articolo aretino per gli. Óci =
paperi. È una parola tipicamente aretina derivata direttamente dal latino
auca = oca. Il processo che ha portato alla formazione della parola óci è questo: latino auca > aretino
femminile oca > maschile *oco > plurale oci > singolare ocio.
La parola oca è pochissimo usata in aretino sostituita quasi sempre da nàna dal latino anas con n prostetica e apocope di s. Màngen’ = apocope di màngeno. Càcheno = defecano. Nella I° coniugazione aretina la desinenza
della terza persona plurale del presente indicativo è èno o òno invece di ano
(per approfondimenti puoi consultare I
verbi nell’uso aretino dello
stesso autore). Pron. fa kkómé l’óȼi ké mangén’é kakénó.
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