PISCIULÌN DA LE
CUDÉNNE, UN PO’ RID’E UN PO’ PIÈGGNE o PRÌMA RÌDE E DÓPPO PIÉGGNE.
(Pesciolino
dalle cotenne un po’ ride e un po’ piange). Era un modo di dire molto in uso nel passato,
oggi quasi dimenticato. Si diceva ai bambini che passavano spesso dal riso al
pianto e viceversa. Pisciulìn =
diminutivo di péscio = pesce.
L’aretino, soprattutto nei diminutivi, predilige all’interno della stessa
parola suoni identici o simili. Es:
italiano fiore > fiorellino, aretino fióre
> fiurillìno. Péscio = la o si spiega con il fatto che l’aretino
non ammette incertezza di genere, quindi sostituisce la desinenza ambigua con
una più adatta a far riconoscere il genere: mano > màna, felce > félcia, noce
> nócio. Da le = dalle: le preposizioni articolate in aretino sono sempre
pronunciate staccate e degeminate. Es: nello > ne lo. Cudénne = cotenne.
È una parola molto interessante perché presenta due fenomeni tipicamente
aretini: la o protonica italiana che
passa spesso ad u, es: olivo > ulìvo e
la lenizione t > d. Probabilmente cudénne entra nel modo di dire solo per
fare rima con pièggne. Piéggne = piange. È una tipica forma
verbale dell’aretino del passato oggi sostituita dalla voce italiana. Dóppo = dopo: in aretino la parola è
sempre pronunciata con la p geminata. Pron. Pisciulin da lé kudénné, un pò’
ridé é un pò’ piéggné, dóppó, pésció, félcia, nóȼió.
Bellissima questa frase, credevo che nessuno la ricordasse ...
RispondiEliminaOltre naturalmente a Lei, penso che siano in pochi oggi a conoscerla.
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