SONÈ LL’ISTÉSSA
MALINTÉSA
(Suonare sempre
la stessa canzone e in modo strampalato). È una frase in aretino stretto che
viene da lontano. Nel mondo contadino del secondo dopoguerra una delle
ricorrenze fisse annuali era la battitùra
(trebbiatura del grano). Era un’ operazione indispensabile se si voleva
mangiare durante l’inverno ed allo stesso tempo un’occasione per socializzare
e per fare festa. Infatti, quando la battitura era terminata, dopo la cena, si
ballava nell’aia al suono dell’organìno
(fisarmonica). A quei tempi i suonatori erano autodidatti e suonavano ad
orecchio. Spesso conoscevano solo poche canzoni che eseguivano in modo
maldestro: da qui il modo di dire. La frase ha assunto poi anche un
significato astratto, cioè ripetere sempre le stesse stupidaggini. Sonè = infinito breve di sonère. La o si spiega con il fatto che per le parole derivate dal latino
l’aretino è più conservativo dell’ italiano: mantiene infatti la o originaria
che assume suono chiuso: latino sonare > italiano suonare > aretino sonàre. La desinenza ère anziché are è tipica dell’aretino
stretto. [L]l’ = quando l’infinito è
breve la r della desinenza si
assimila alla consonante che immediatamente segue rl > ll. Istéssa = all’aggettivo stesso l’aretino premette
una i
prostetica. Malintésa = è la
concrezione di male intesa. Pron. sónè ll’istéssa malintésa.
Nessun commento:
Posta un commento