SÈ PIÙ COGLIÓN’
DE LE LÙCCELE CHE FÈN LÙME DAL CÙLO
(Sei
più fesso delle lucciole che fanno luce dal sedere). È un modo di dire
espresso in aretino stretto. Nei proverbi e nei modi di dire popolari il
paragone con gli animali è frequente poiché molti sono elaborati dalla civiltà
contadina. In questo caso viene evidenziato un apparente paradosso perché è
nella natura delle lucciole emettere luce dalla parte terminale del corpo. Sè = sei. La coniugazione aretina del
verbo essere è diversa da quella italiana (per approfondimenti puoi consultare I verbi nell’uso aretino dello stesso
autore). Cogliòn’ = fesso. De le =
delle: in aretino le preposizioni
articolate sono sempre pronunciate staccate e degeminate. Es: della > de la, dello > de lo. Lùccele = la e è dovuta al fatto che la o postonica italiana
in aretino passa ad e chiusa soprattutto se preceduta da consonante
doppia. In questo caso si ha anche la sincope di i. Fèn = forma apocopata di fèno
= fanno. La e si spiega con il fatto
che nell’aretino del passato la a tonica italiana passava sempre ad e aperta.
Es: pàne > pène. Oggi questo fenomeno è scomparso. La mancanza di una n è dovuta al fenomeno tipico aretino
della degeminazione. Lùme = nell’aretino stretto
è sempre preferito a luce. Cùlo = è
sempre preferito a sedere.
Pron. sè più kóglión’ dé lé luccélé ké fèn lumé dal kuló.
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